Il Consigliere Gioveni denuncia un caso di malasanità

Pubblicato il da ass. Il Patio

Questi i fatti secondo quanto denunciato dal Consigliere Gioveni:

 

Giovedì mattina un’anziana donna di 89 anni ricoverata nella casa di riposo “S. Martino” (ubicata nell’omonimo viale), accusa improvvisamente un malore; il figlio fa intervenire il suo medico che, visitando la donna, le rileva una frequenza cardiaca di soli 20 battiti al minuto (la frequenza normale è di 70 - 80 battiti al minuto!!!).

Il medico, quindi, giudicando gravissime le condizioni dell’anziana, invita il figlio a chiamare il “118” perché la donna doveva essere subito trasportata in ospedale per essere sottoposta urgentemente ad un intervento di installazione di un pacemaker!

Alla richiesta d’intervento dell’uomo, l’addetto alla centrale operativa del “118” risponde che la donna doveva essere trasportata al Papardo perché – a suo dire – il Piemonte non effettuava interventi di pacemaker!

L’uomo, frastornato e non convinto, chiama subito un amico infermiere che opera al Piemonte per raccontargli l’accaduto, il quale, confermando all’uomo che di interventi di pacemaker se ne fanno eccome al Piemonte, richiama anch’egli la centrale operativa del “118” il cui operatore (un altro) confermava la risposta del collega, sostenendo che il Piemonte, risultando privo del reparto di Emodinamica (utile a monitorare le coronarie ed eventualmente ad effettuare interventi di angioplastica), non poteva installare pacemaker!

Nasceva così fra i due un’accesa diatriba (regolarmente registrata) nel corso della quale l’infermiere ribatteva all’operatore che si stava sbagliando, in quanto tecnicamente il pacemaker può essere installato senza che il paziente passi dall’Emodinamica!

L’anziana donna viene quindi condotta con urgenza al Piemonte e il cardiologo stesso che la visita non ha dubbi: alla paziente URGE INSTALLARE  UN PACEMAKER!

E così, grazie al cielo, è avvenuto: l’intervento viene eseguito regolarmente e, soprattutto, all’Ospedale Piemonte, a due passi dalla casa di cura “S. Martino” dove era ricoverata la donna che, se fosse stata trasportata al Papardo, probabilmente, anzi sicuramente (a detta del medico che l’ha operata), sarebbe deceduta durante il tragitto!

Mi chiedo:

  1. come si fa a sostenere che al Piemonte non si installano pacemaker, quando soltanto poche settimane fa il Direttore Generale del nosocomio Caruso annunciava addirittura l’installazione del 100° defibrillatore a distanza che, rispetto al pacemaker, rappresenta senz’altro un’apparecchiatura molto più sofisticata?
  2. Come può la centrale operativa del “118” (che dovrebbe conoscere minuziosamente tutti i servizi e le prestazioni che possono offrire tutte le strutture ospedaliere cittadine e provinciali) prendere un “abbaglio” così madornale?

Un’altra domanda non può che sorgere spontanea, viste le ultime vicende relative al ridimensionamento del Piemonte: si è trattato di incompetenza (già di per se inaccettabile quando c’è in gioco la vita umana) oppure di una sorta di depistaggio?

 

Alla luce di quanto sopra esposto, quindi, faccio appello al responsabile del “118”, dott. Tanino Sutera (già avvisato dell’accaduto), affinché fornisca una valida spiegazione dell’episodio e, soprattutto, garantisca che un fatto così grave non abbia più a ripetersi!

                                                                                 Il Consigliere della Terza Circoscrizione

                                                                                   Libero GIOVENI

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