LA DEPUTAZIONE REGIONALE DIFENDE L’ENTE TEATRO CHIESTO UN INCONTRO ISITUZIONALE CON LOMBARDO
Anche se con diverse sfumature, tutti sono stati d’accordo – davanti ai toni preoccupati di Ordile – sul fatto che va eliminata alla radice la differenza ingiustificata di finanziamento che consente ad altri teatri non solo di vivere e di produrre meglio ma addirittura di ripianare deficit che il Teatro di Messina non ha mai avuto. Le cifre sono chiare: il contributo regionale al Vittorio Emanuele è rimasto di 6 milioni e 600 mila euro a fronte dei consistenti aumenti che hanno avuto gli altri (che pure si occupano o di prosa o di musica e non di ambedue le cose insieme). Non solo, ma un emendamento approvato negli anni scorsi ha vincolato il 20% della somma all’attività dell’orchestra, diminuendo la disponibilità effettiva dell’ente. Di fatto, ha spiegato Caudo, con l’aumento del costo della vita, il finanziamento iniziale oggi corrisponde a 9 milioni e 500 mila euro. Invece, sulla base della bozza di bilancio regionale, si prospetta un ulteriore taglio del 20% che significherebbe l’impossibilità di sopravvivenza per l’Ente Teatro. Fermo restando, da parte del Consiglio di amministrazione, la ricerca di altre fonti di entrata, sarebbe necessario che il contributo regionale rimanga di 6 milioni e 600 mila euro più 1 milione e 200 mila euro che sono il “taglio” provocato dalle destinazione di parte del bilancio all’orchestra.
Se l’incontro istituzionale non dovesse avere i risultati sperati, l’intera deputazione si è dichiarata disponibile a una battaglia parlamentare, senza distinzioni di partito.
Inoltre, è stato stabilito che sarà redatto e presentato un disegno di legge che riguardi la definitiva sistemazione dell’orchestra.