Sabato 28 a Messina la manifestazione pacifica "Toma la calle"

Pubblicato il da ass. Il Patio

Dal 15 maggio gli spagnoli manifestano la propria indignazione verso il sistema politico-economico del loro paese. Lo fanno "prendendo le strade", occupando pacificamente le piazze. Manifestano contro i privilegi concessi ai politici, contro il modo anomalo di realizzare la democrazia dei Paesi mediterranei, contro il precariato imperante. 

Alle manifestazioni non stanno partecipando solamente i soggetti maggiormente coinvolti dalla crisi che sta mettendo in ginocchio il mondo occidentale, quali i giovani e i precari. Stanno occupando le strade anche quelle persone che pur possedendo un posto di lavoro che gli assicura una vita degna, si sentono indignati per le disparità fra i politici e la gente comune. Divergenze che emergono di fronte ai dati relativi agli stipendi, alle agevolazioni fiscali e alle misure di previdenza sociale assicurate ai rappresentanti della vita politica del Paese.

Gli organizzatori della "revolución española" lamentano gli alti stipendi dei parlamentari (3996€ di stipendio di base al mese contro i 624€ fissati dal legislatore come salario minimo per i comuni lavoratori) e i pochi anni di contributi che consentono ai deputati di andare in pensione (sette contro i trentacinque dei comuni cittadini). Una situazione che a noi italiani potrebbe sembrare tutt'altro che anomala, considerando il fatto che i nostri parlamentari guadagnano 9980€ come stipendio mensile di base e che per percepire la pensione da parlamentare, gli basta ricoprire il ruolo per soli trentacinque mesi. Persino i portaborse dei parlamentari italiani guadagnano più dei membri del Parlamento spagnolo. L'anomalia non è l'indignazione spagnola, ma la scarsa attenzione a questa realtà mostrata dagli italiani.

I problemi degli spagnoli sono gli stessi di noi italiani. Anche nel nostro Paese le nuove generazioni si ritrovano a fronteggiare la crisi dovuta agli speculatori. Anche qui il distacco fra sistema politico e cittadinanza è ampio e i principi della Democrazia non sono pienamente attuati. Pure da noi la gente è indignata del sistema politico ed economico. Lo hanno dimostrato le manifestazioni dei precari che lo scorso mese hanno attraversato il nostro paese, le manifestazioni studentesche che hanno tentato di contrastare la riforma Gelmini e le manifestazioni delle donne, stanche della concezione che i datori di lavoro e i politici italiani hanno del loro ruolo nella società.

Anche Messina mostrerà la propria indignazione, attraverso una manifestazione che partirà sabato 28 alle 16 da Piazza Duomo. L'edizione messinese della manifestazione, promossa attraverso i social network, si carica di rivendicazioni particolari che si aggiungono alle motivazioni che hanno portato alla nascita dell'iniziativa. Gli ostacoli che l'Università di Messina ha intenzione di porre a chi vuole investire sul proprio futuro, applicando l'accesso a numero chiuso a tutti i corsi di laurea, le precarie condizioni strutturali di molti edifici scolastici, la mancata attenzione degli enti competenti verso le condizioni del territorio, l'assenza di aree verdi destinate ai più piccoli e di aree destinate alla crescita culturale, sono solo alcuni dei temi che verranno difesi dai manifestanti. La manifestazione "Toma la calle" (dal nome della rivoluzione spagnola, che in italiano significa "prendi la strada"), sarà e pacifica e verrà arricchita da un laboratorio artistico, da un video box e da tanta musica.

http://www.facebook.com/event.php?eid=105338166224259



                                                                                                                                                                    Alessio Testa

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