Venerdì al teatro di Tindari il balletto Carmen

Pubblicato il da ass. Il Patio

Un altro spettacolo da non perdere al teatro greco di Tindari che per la prima del Jesus Christ Superstar ha fatto registrare il tutto esaurito.

Arriva il balletto dei record e dei premi.  Nel 2008 ha ricevuto il premio Bucchi per la miglior coreografia. Nel 2009 il premio Ginestra d’oro come miglior spettacolo dell’anno. E poi il premio danza e danza per la miglior colonna sonora nel balletto. Nella stagione 2009/2010 è stato lo spettacolo di balletto che ha fatto il maggior numero di spettatori e dunque il maggior incasso. Mette in campo oltre a un cast di ballerini professionisti di grande livello, il coreografo Luciano Cannito, Rossella Brescia, che oltre a essere una bravissima ballerina è diventata conduttrice televisiva di fortunate trasmissioni televisive e testimonial di prestigiosi marchi, il ballerino sudamericano di Amici Josè Perez.

Singolare e straordinariamente attuale la versione della Carmen scelta da Cannito: Un gruppo di profughi sbarca a Lampedusa sfruttato da uno scafista senza scrupoli e perseguitato da un severo carabiniere, don Josè che è l’ uomo di Carmen. Sul noioso rapporto dei due vincerà la passione travolgente tra Carmen e uno dei profughi, Escamillo. Carmen alla fine morirà.

Incredibile l’allestimento scenico. Particolare attenzione è stata dedicata alle luci. Oltre 90 spot creano effetti scenografici e incroci di luci particolari.

La potenza della musica di Bizet è riuscita a far diventare il nome “Carmen” un archetipo universale della cultura dell’Occidente. Dire Carmen è un po’ come dire passione estrema, voluttà, forza e istinto. Carmen è il sole dei Sud, la felice disperazione di possedere solo se stessi e la propria libertà. La Carmen di Cannito è forse semplicemente questo. Immaginata nell’isola di Lampedusa, isola del Sud per la ricca e annoiata Europa, mitico Nord per centinaia di disperati e profughi in fuga chissà da dove e chissà per quanto tempo. Storie, del resto, sotto i nostri occhi dalla mattina alla sera. Carmen può essere oggi una sudanese, una kurda, un’afghana, una kosovara, una pakistana, e non ha paura di rischiare tutto per la propria libertà. E’ una giovane donna che, come una leonessa, sa di possedere forza, bellezza, potenza e libertà. Carmen sa di essere ricca di quella ricchezza che non si può comprare. E’ invece l’uomo-Don Josè ad essere un poveraccio imbrigliato nella sua burocratica e sicura armatura di maschio occidentale ad avere tutto da perdere contro chi non ha nulla da perdere. E poi c’è l’Escamillo dell’Opera di Bizet. Il grande torero. Il “macho”, diremmo noi oggi. Straordinario ritratto anche questo, di personaggio archetipo. L’uomo del successo, l’uomo della gloria effimera. Tutto sommato l’uomo della superficialità.

La storia termina con la morte di Carmen.  Emozioni e colpi di scena saranno trasmessi dal palco del teatro di Tindari attraverso i corpi dei ballerini e la potenza della musica di Bizet.

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